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L’esigenza di iniziare un percorso psicoterapeutico può prendere avvio tanto dalla manifestazione di un sintomo specifico, quanto da quella di un malessere generalizzato. Per esempio:
Queste sono soltanto alcune delle motivazioni per intraprendere un percorso di psicoterapia, ne potremmo aggiungere moltissime altre, tutte legittime.
Assolutamente no. Purtroppo è ancora estremamente diffuso il pregiudizio secondo cui lo psicologo cura i “matti”. Io mi impegno ogni giorno per sfatare questo falso mito, poiché chi richiede un aiuto psicologico è innanzitutto una persona con una sofferenza che merita rispetto e riconoscimento, di qualsiasi tipo essa sia.
In secondo luogo andare dallo psicologo significa prendersi cura di sé, avere a cuore il proprio benessere e intraprendere un percorso concreto che richiede impegno per affrontare le proprie sofferenze.
È molto prezioso il primo contatto (telefonico o via mail), perchè permette di dare una cornice al primo incontro, stabilendo chi parteciperà (soltanto chi ha preso contatto con il terapeuta? La coppia? L’intera famiglia?, ecc.).
Seguirà poi una fase di assessment, solitamente della durata di quattro o cinque incontri, che serve al terapeuta per analizzare la domanda del paziente ed al paziente per capire se la scelta di quel terapeuta va bene per lui. In terapia, infatti, ci si deve trovare reciprocamente, poiché l’intero percorso poggia sulla reciproca relazione di fiducia. Al termine delle sedute di assessment, si stabilisce, secondo una modalità collaborativa, l’obiettivo del lavoro e ci si accorda su come proseguire il percorso.
Lo strumento prevalente che utilizzo è il colloquio clinico, che può essere arricchito attraverso strumenti specifici (per esempio genogramma, stemma familiare, altri strumenti espressivi o narrativi, tecniche di rilassamento e grounding, metodo EMDR, ecc.) a seconda della situazione.
Un percorso psicoterapeutico può migliorare il benessere soggettivo e promuovere un cambiamento profondo nelle modalità di relazione con gli altri significativi. Permette di scoprire nuovi aspetti di sé e di riattivare risorse precedentemente congelate. Facilita inoltre un processo di ridefinizione del significato del sintomo.
La cadenza delle sedute può essere settimanale, quindicinale oppure mensile, dipende dal tipo di intervento che viene effettuato (individuale, di coppia o familiare) e dalla specificità della situazione.
La durata dell’intero percorso non è definibile a priori, dal momento che dipende dall’obiettivo che è stato concordato con il paziente e dall’andamento stesso del percorso. Non tutti abbiamo gli stessi tempi, qualcuno può notare cambiamenti sostanziali anche dopo poco, per altri è necessario molto più tempo.
In ogni caso cadenza e durata delle sedute sono oggetto di accordo tra paziente e terapeuta sin dall’inizio del percorso.
Uno psicologo possiede una laurea in Psicologia, quindi non è un medico e non può assolutamente prescrivere farmaci.
Uno psichiatra possiede una laurea in Medicina (oltre che una specializzazione in psichiatria) e quindi, essendo un medico, può prescrivere farmaci.
Uno psicoterapeuta possiede un diploma di specializzazione in Psicoterapia, che può ottenere soltanto se è già laureato in Psicologia oppure in Medicina.
Io sono Psicologa e Psicoterapeuta.
I risultati sono molteplici e l’intensità del cambiamento è fortemente soggettiva. Ma si potrebbero riassumere in: